Cannabis Indica e Sativa: ha ancora senso questa distinzione?

Cannabis indica e sativa: questa distinzione è quella più conosciuta nel mondo della cannabis e sta ad indicare le differenze botaniche ma anche chimiche (e quindi degli effetti psicoattivi) delle varie tipologie.
La comunità scientifica però, soprattutto negli ultimi vent’anni, ha fatto numerose e importanti scoperte sul come questa pianta interagisca col corpo umano.
Se da un lato c’è ancora molto da scoprire, dall’altro l’avanzare delle scoperte può cambiare le conoscenze del passato.
Cannabis Indica e Sativa: come si è diffusa la distinzione
Fino agli anni 2000, solo la polizia eseguiva analisi sulla cannabis e queste si basavano esclusivamente sui livelli di THC.
Per questo, la distinzione degli effetti si è sempre basata su quella che, in realtà, è la differenza botanica delle piante: Indica, Sativa e Ruderalis.

Oggi, complici anche i continui incroci, a livello botanico queste distinzioni sono quasi scomparse. Grazie alla scienza però sappiamo che gli effetti della cannabis variano in base alla concentrazione dei diversi cannabinoidi, dei terpeni e di altre molecole.
Ad esempio, il classico effetto “narcotico” normalmente attribuito alle varietà Indica, è in realtà dovuto principalmente alla presenza del terpene Mircene.
Come distinguere la cannabis per effetti?
Come accennato poco fa, sono in realtà le varie molecole della pianta a determinarne gli effetti rispetto ad un’altra, molecole che insieme creano il noto effetto Entourage.
L’effetto Entourage mostra che le molecole della cannabis agiscono come un’orchestra ed è quindi imperativo analizzarle tutte per avere un quadro degli effetti di ogni varietà.
Essere a conoscenza di come funziona ogni molecola, di quali e quanto sono presenti, è l’unico vero modo per poter scegliere correttamente.